mercredi 23 novembre 2011

Moving somewhere

Ci troviamo oramai tutti sulla via della diaspora, perché, mille e non più mille, finisce il millennio splinder e al trentun dicembre tutte queste parole al vento svaniscono nel mare digitale.

Ho messo in salvo il possibile e l'immaginabile su un'altra piattaforma, dopo aver speso tutte le notti disponibili a studiare strategie e creare rudimentali utensili informatici per lo scopo
Mi sento ancora pervasa dalla sindrome della traslocante che ha gli scatoloni ancora intatti nella nuova casa, tuttavia ho deciso di presentarvela, non fate caso al disordine, é pur sempre una casa di una mamma che lavora!

Ordunque eccola
mammaoggilavora.wordpress.com

Non vedo l'ora di tornare alla normalità e finalmente scrivere e commentare i vostri post nuovamente con regolarità, una volta smessi i panni di blogger transumante.

A presto, ci vediamo lì, vi aspetto!

Soleil  




samedi 12 novembre 2011

samedi 5 novembre 2011

Intermezzo

In questo periodo latito un poco, colpa sia dei miei problemi dentali


(immaginate la mia bocca un flipper e dei denti, chi con infezione batterica alla radice, chi sano con radice rotta, che fanno da bumper al cibo che transita.... mangiare non é più un esperienza mistica, vero?)



sia della dovuta attenzione a problemi di salute di mio padre per cui sta lavorando sodo per uscirne fuori


(e naturalmente gli accadimenti non vengono mai soli, coraggio!)



sia della dovuta movida organizzata per Halloween e dintorni per dare una scrollata al clima emotivo della casa.


(ovviamente portare a spasso otto bimbi in tenuta dolcetto-o-scherzetto equivale a essere griglie di contenimento alla reazione critica di fissione dell'uranio, bisogna mantenere l'energia del  processo senza far degenerare tutto in un'esplosione)
 



E allora, siccome siamo uomini (e donne) di mare (e di terra, come gli antipasti) e non ci lasciamo metter giù facilmente, spariamoci un bel rock energizzante, alla faccia delle leggi di Murphy!
Buona strada, miei cari.
 



Da youtube: Téléphone - Hygiaphone
 [youtube http://www.youtube.com/watch?v=1UtM4y6FWH0] 

samedi 22 octobre 2011

Mal comun mezza necrosi

Solo quindici giorni, e il nostro dentista ha avuto l'onore e il piacere di devitalizzare dei denti, in rapida sequenza, al mio compagno di vita SU e a me.
Solo quindici giorni, porcaccia la miseria!

Attacco di sfiga?
No, più prosaicamente, una infezione batterica che ha portato alla necrosi i nervetti di denti già più volte aggiustati e afflitti da carie non dirompente.
Beh, se la flora batterica é la stessa nelle cavità orali dei coniugi, peraltro é una prova che da sposati ancora ci baciamo in bocca, il che dovrebbe essere buon segno.
"Ancoooora?" Direbbe il Piccolo. Ebbene si.

Prima é toccato a lui, il mio compagno di vita, giusto al ritorno della nostra puntata sul Massiccio Centrale, perché probabilmente in qualche lingua aereo fa rima con problemi dentali.  
Dopo qualche giorno di passione, dolore insopportabile che lo costringeva a far monoblocco con una bottiglietta d'acqua per sciacquarsi continualmente la bocca e attenuare la sofferenza, il dentista diede l'antibiotico, che abbassò notevolmente il livello d'allarme, e poi intervenì a estirpare il nervetto morente.

Poi toccò a me, il weekend successivo.
Eh si, perché secondo le leggi di Murphy i dolori scelgono di manifestarsi quando il personale medico é in pausa settimanale.
Il fastidio divenne dolore un venerdì sera. Sperando in un dolore episodico, una volta accompagnati i bimbi a letto, provai a alleviarlo con il Gin, tanto l'alcool sterilizza e il ginepro, bon, quello da sapore. Il che mi offrì tre ore di sonno senza dolori e senza pensieri. 
Ma il dolore al dente fetente si ridestò quella stessa notte. Che fare? sono allergica ai FANS (medicinali e non appassionati di gruppo musicale!), quindi ibuprofene e compagnia bella me li posso scordare. Tentai il jackpot di paracetamolo, buongiorno al fegato, ma due pillole da cinquecento spesso servono. Quattro ore di tranquillità e grande sonno.
Al risveglio però la sofferenza cresceva, divampava, la nevralgia aveva preso metà faccia.
Mi decisi a recarmi presso la guardia medica, sperando nel compiacente antibiotico dato al coniuge dal dentista.
La dottoressa della guardia medica aveva occhi buoni e grandi insicurezze.
Mi osservò il punto dolente, in mezzo al resto della faccia dolente anche essa, e scosse la testa.
"Non vedo gonfiore, per cui assolutamente, l'antibiotico non glielo posso dare. E non le posso dare altro, perché  lei é allergica ai FANS"
Le lacrime già rigavano copiose il mio volto, alla prospettiva dell'intero weekend doloroso e snervante.
"Se vuole, può andare al pronto soccorso di XXXX, in emergenza fanno anche devitalizzazioni"
Disperazione grande, un pronto soccorso a quaranta chilometri e neanche le manone rassicuranti del proprio dentista.
Tra le lacrime mi viene il colpo di genio, la soluzione finale "Senta -dico - da buona asmatica ho del cortisone in casa. Quanto ne posso prendere per alleviare il dolore?"
Per chi non lo avesse già frequentato, il cortisone é l'antiinfiammatorio più potente che esista, l'Atlas Ufo Robot dei principi attivi, distrugge un pò di roba attorno ma funziona benissimo.
La dottoressa dagli occhi buoni cedette, e mi diede il numero magico del dosaggio da prendere.

Il cortisone in dosi massicce agisce lentamente ma in modo certo.  Prima allevia un poco, poi dal dolore si passa al fastidio, e dopo ancora al benessere, e poi ti senti in grado di sollevare montagne. A dodici ore dall'assuzione sarei potuta andare in discoteca a ballare tutta la notte, ero iperattiva come i lapins cretins.
Si vede che é un prodotto dopante, mica per nulla!

E grazie a questo ho resistito fino al giorno della devitalizzazione dal mio dentista, la mia personale divinità dei denti morti, perché dopo il dentista precedente, quello alternativo che sbagliava il numero di canali da devitalizzare,  a una persona che lavora correttamente ci costruisci gli altari!

E così fu la storia di Soleil e il suo marito e l'allegra banda di batteri necrotizzanti.
Fatevi un colluttorio alla nostra salute che é meglio!


Immagine:
Soleil sotto effetto del cortisone - No, pardon, lapin cretin
Tratta dal sito: www.mangamaniak.ch

dimanche 16 octobre 2011

La musica giusta

Il Piccolo durante i compiti detesta le attività ripetitive, come colorare dei disegni o fare una pagina intera della stessa lettera... un'agonia.
Allora siamo arrivati al compromesso per fare queste cose più velocemente: lui vuole della musica rock che accompagni il suo sforzo!
Ho preso il primo CD a disposizione: London Calling dei Clash e il draghetto é stato colorato alla velocità del fulmine.

Però per fare la pagina di lettere tutte uguali come musica non andava proprio bene... abbiamo cercato nella cartella degli mp3, e il brano scelto per compiere l'opera era Super Smash Bros Brawl Main Theme ascoltato a ripetizione, finché la pagina non é stata debitamente compilata.

Questo mi riporta indietro di tanti anni, quando studiavo certi esami avevo la mia playlist di musica nota e straamata, che in qualche modo mi tranquillizzava e mi faceva concentrare, interi album dei Pink Floyd, Guccini e Red Hot Chili Peppers sfilavano senza arresto accompagnando pagine voltate e libri progressivamente consumati. 
O lunghi itinerari in macchina alla guida, su un vecchio album dei Morcheeba, o sulle note allegre e tristi dei Tribalistas, curva dopo curva, e uscita dopo uscita della superstrada.

E voi. in quali note trovavate rifugio? 

Segni dei tempi

Due settimane fa, all'aeroporto, noi quattro in formazione completa e il Nonno che ci scortava gentilmente.
Entriamo nell'edicola nonché rivendita tabacchi e ammennicoli vari, il Nonno si offre di tenerci i bagagli a mano e staziona fuori dal negozio.
Il mio compagno Su sparisce nel corridoio della stampa estera, il Grande si ferma a vedere riviste di giochi al computer, il Piccolo si pianta davanti a una cesta con giochi e oggetteria varia, attirato dal cestello dei Gormiti. 
Io non faccio a tempo ad avvicinarmi all'espositore di giornali di viaggi che vengo attirato dai richiami del Piccolo.

Classica scena di dissuasione materna sul fatto che il cestello dei Gormiti non si può portare in aereo, che dobbiamo viaggiare con il minimo indispensabile, insomma immaginate pure il testo del dialogo col Piccolo.
Il Piccolo continua a guardare e mostrare oggetti nella cesta in cui, apparentemente, c'erano intrattenimenti dedicati ai bambini, a quel punto la sottoscritta...

...fa un salto indietro, come la rara volta in cui nel pezzo di spiaggia in cui i bimbi volevano scavar gallerie e costruir castelli, e giaceva lì abbandonato un profilattico usato.

Cos'era l'oggetto che aveva scosso la sottoscritta quasi quarantenne non particolarmente moralista e scandalizzabile?

Nulla di particolarmente immorale a prima vista.

Salto indietro. 
vi ricordate quando avevate dieci undici o dodici anni? Se siete maschi pensate alle vostre compagne a quell'età, se no, potete avere ricordi personali. A quel tempo, andavano di moda le gomme da cancellare profumate e di tutte le forme, tanto é vero che la cartoleria era destinazione di pellegrinaggi innumerabili per vedere se erano arrivati nuovi oggetti da collezione.... bello, ci si passava delle ore. Nello stesso periodo, erano diventate oggetti regalatissimi delle scatoline in latta di diverse fantasie e di diverse forme, insieme al portapenne e al salvadanaio erano i grandi classici del regalo alla compagnetta.


Torniamo a noi.
Con una scusa, mando il Piccolo dal Nonno e mi soffermo a guardare l'oggetto inquietante trovato nella cesta dell'edicola.

Era una scatoletta in latta, nera, a forma di cuore, con delle scrittine con lettere fluo, ammiccanti e divertenti,  ripetute più volte.
Bunga Bunga. Bunga Bunga. Bunga Bunga.
E tanto di simboletti maschile e femminile che occhieggiavano ridenti dalla confezione.



Se é questo il messaggio gioioso e ridente che si vuole veicolare alle nostre dieci-dodicenni, é meglio che cambi Paese. O che lavori per farLo cambiare. 

dimanche 9 octobre 2011

Compiti e incentivi mangerecci

E' dura far fare i compiti del weekend al Piccolo, quando ce ne sono tanti da fare si disperde, non ne ha voglia, fa in due ore quel che potrebbe fare in cinque minuti. Era la stessa storia con il Grande, ci son voluti due anni all'inizio delle elementari perché riuscisse a tenere la concentrazione e facesse rapido ed efficace pur di tornare a giocare.

E così me lo prendo in cucina, spiegando bene che anche io ho i miei compiti da fare, lavar piatti cucinare mettere in ordine... e lui ogni tanto ha l'ispirazione e allora lavora assiduo, poi si ri-disperde, una specie di yoyo dell'impegno.
Ma si, allora motiviamo. Come fare più in fretta questo compito? Fammi pensare, tu fai le A, finisci in fretta e cuociamo insieme le patate. E furono patate fritte per il pranzo.

E poi, ah devi scrivere ancora ala, ape, arancia. E poi arriva il Grande che precisa "Ma io li ho finiti i compiti, voglio cucinare anche io!" Cosa facciamo? Frittelle di mele? Dai Piccolo, finisci le scritte che poi facciamo le frittelle. Chi mescola la pastella? Chi monta a neve i bianchi?

Ho l'impressione che da qui a prendere la sana abitudine dei compiti metteremo su qualche chiletto... ah, l'autunno! 

jeudi 6 octobre 2011

Un minuto di silenzio





Ciao Anna Lisa

Bye Steve

Stupore

Stupore e' scoprire che il Piccolo a scuola si diverte davvero, ed e' contentissimo di andarci.

Stupore e' trovarsi a una festa di matrimonio in Francia nel massiccio centrale, per un weekend particolare, e in mezzo a una cerimonia fantastica e diversa da ogni, in un prato accanto a un castello, vedere i figli preadolescenti della coppia che chiedono ai due il fatidico "vuoi sposare". E' lampante, tutta la parte femminile del pubblico e lo sposo lacrimavano di commozione.

Stupore e' quando il tuo figlio Grande di nove anni, nelle chiacchiere prima del sonno, ti dice convinto "Sai mamma, lo credo davvero: il libero arbitrio e' un paradosso."

Stupore e' riscoprire il proprio corpo prendere piacere all'attivita' fisica, anche se si e' la decana del corso di tae kwon do.

Stupore e' vedere il proprio marito motivato nel prendersi piu' carichi nel seguire i figli, e essergliene profondamente grata.

E a voi, che perle di stupore sta regalando questo autunno tiepido? 
Un bacio. 

dimanche 25 septembre 2011

Time changes things

They say that time changes things, but you actually have to change them yourself. - Andy Warhol


Sono sovrappensiero questi giorni, tanto sulle nuvole che per quella piccola percentuale di attenzione che metto nel leggere i titoli dei giornali prendo fischi per fiaschi e lucciole per lanterne.
Leggevo l'altro giorno distrattamente "quattro colpi esplosi vicino alla messa in piega del papa°. Strabuzzo gli occhi, me li strofino, rileggo "quattro colpi esplosi vicino alla messa del papa". Uff meno male, non per l'attentato, poveretto, ma il pontefice con i bigodini mi faceva davvero strano.

Il Grande non balla più, e forse neanche la Dama. Il Grande é entrato nell'età dei giri di amici, vuol far basket con loro (oltre a continuare il taekwondo). Il Piccolo abbandona il basket a favore del taekwondo. E giusto per mischiar le carte, anche la donna media Soleil si é messa a fare taekwondo.Meno male che l'uomo di casa continua a giocare al computer, altrimenti la famiglia mi diventa salutista!

La donna media Soleil, bardata di tutto punto, si é decisa a fare attività fisica dopo pausa decennale. Al primo allenamento, i primi dieci minuti era pimpante, alla corsetta. Alla mezzora, durante la sessione di esercizi a terra, rantolava chiedendosi chi glielo aveva fatto fare. Agli addominali prometteva empatia e solidarietà alle tartarughe rovesciate, trovandosi più o meno nella stessa condizione. In quei momenti pensava che i suoi muscoli dell'addome meritavano una seduta spiritica per essere evocati, cosa riuscitissima peraltro, a giudicare dai dolori ventiquattr'ore dopo. Alla sessione di calci e pugni al sacco la sventurata quasi quarantenne ha avuto un ritorno di autostima, perché sfogarsi su un oggetto che non contrattacca ha il suo perché. Sono bastate due tecniche di autodifesa e l'apprendimento delle prime parate per riportare il morale alto a palla e a far pendere l'ago della bilancia sull'iscrizione,
E' così per tre volte alla settimana Soleil oscilla tra entusiasmo, disperazione, grinta, endorfina e rigidità per le trentasei ore a seguire, olé!
Il Piccolo a taekwondo invece é una scheggia, supera tutti nella corsetta iniziale. Fortunatamente,  la mamma controbilancia la media delle velocità in famiglia, con fare da pachiderma.

E dopo questa miscellanea di tempi che cambiano, e stanchezza delirante che rimane la stessa vi auguro una buona settimana. Un bacio!

jeudi 22 septembre 2011

Low Profile

...che poi uno quest'entrata alle elementari se la immagina come deve essere, con il bimbo tutto bello nel suo grembiule blu, i genitori che entrano in classe insieme a tutti questi puffetti, i maestri e le maestre che danno il benvenuto, i bimboni grandoni di quinta che entrano tra questi ciccini a offrir caramelle, le foto nel banchetto insieme a qualche ritrovato compagno della materna...

e invece no


il primo giorno il Piccolo aveva trentanove di febbre, una tonsilla con un brufolo e l'altra con una placca
(non facciamoci mancare nulla suvvia)


il primo giorno per lui e' stato il quinto per gli altri: e' entrato e si e' messo in fila, due parole complici scambiate con la maestra nello spazio di un minuto ed e' stato inghiottito nella bolgia dell'androne, in fila per due.
E' uscito quattro ore dopo, tutto fiero, senza grandi feste parate e senza troppi fronzoli.


Conoscendolo e' un entrata piu' consona al suo carattere, di basso profilo, niente fuffa e tutta sostanza.
Meglio cosi'.


La mamma, ancora a pensarci ha i lucciconi agli occhi.

dimanche 4 septembre 2011

Settembre

Settembre, cielo lattiginoso e meduse, e all'improvviso giorni di pioggia che pare il monsone.
Brandelli di tempo, pochi.
Pensieri pesanti e ricordi leggeri, ma basta il sorriso dei figli.
Tra il Grande esteso narratore di gesta eroiche, con la testa tra Eragon, Pokemon e Bellerofonte,
e il Piccolo che conquista sempre di più tempo di parola, nel commentare i combattimenti alla Wii di cui é diventato incondizionatamente asso.
E il mio lui, la mia metà di mela, divorato tra nevralgie dentarie e micosi
(i funghi mi fanno spietata concorrenza nel volerlo vicino!)
ci sono stati giorni migliori e torneranno.

Buon inizio settembre a tutti, un abbraccio.

vendredi 26 août 2011

si-viaggiare

Viaggiare in treno, in grandi treni veloci, cambiare in un paio di ore orizzonti, paesaggi, stati.
Senza lo stress di guidare ore e ore in autostrada, tra camion che sfrecciano ininterrottamente accanto, o che superi con l'acceleratore a fondo e lo stress a palla.
O senza vedere la fronte aggrottata del proprio coniuge che lotta tra stanchezza e senso del dovere dopo ore di tragitto, tra la tentazione di fermarsi alla prima piazzola e quella di continuare perché la meta é lontana.

Invece il treno veloce ti porta, tu non pensi, guardi il paesaggio e le macchine nell'autostrada vicina sembrano scorrere lente, chiacchieri con i figli, ti dai a qualche pigra lettura o tiri fuori il fagottino di biscotti da sgranocchiare assieme.

Per questi ultimi giorni in terra di Francia ci siamo concessi una scappata a Strasbourg, e una puntata  fino al parco Lego in terra tedesca, sogno ad occhi aperti per i bimbi.
In treno, perché grazie a una magica tesserina di riduzione per il Piccolo abbiamo avuto prezzi interessanti, e una tale distanza é diventata fattibile anche per non amanti della guida in autostrada.

Strasbourg é una città che adoro -- si nota che ho un debole per le città di frontiera, vero? -- é davvero un ibrido, come vitalità ricorda il sud della Francia (pur essendo in pieno est), per le case ordinate e fiorite é più tedesca, ci sono scorci con i canali attorno alla Petite France che ricordano Bruges, con le chiuse e i cigni e le case storiche. Adoro la pietra rosso scuro della cattedrale e degli edifici vicini, i locali in cui si mangia una choucroute garnie da fine del mondo innaffiata di Riesling, la pasticceria elaborata di Christian e l'accoglienza viola della sua sala, gli studenti in bici per le strade e le coppie di innamorati un pò dappertutto, le strade del centro storico piene di locali e il fresco della sera.

Di terra tedesca non abbiamo visto granché, tranne la stazione di Stuttgart, mio antico amore, e i viali della cittadina che ospita il parco. Ma la maggior festa é stata vedere i bimbi con il sorriso che si annodava dietro le orecchie, impegnati a costruire modelli alla Lego Academy, sbatacchiati da montagne russe, divertiti a schivare gli spruzzi delle fontane, vivi e belli come sempre e ancor più.

Un bacio dalla Francia a tutti voi, fra qualche giorno si torna a casa.


 
Foto: http://www.polyglot-learn-language.com 




mardi 16 août 2011

Cartoline dal Nord

Lille, l'elegante, la cosmopolita, crocevia di cultura e culture, gusto e arte del vivere.
Se avesse il mare sarebbe la Trieste del Nord, nella sua vitalità, nel suo nobilitare la vicinanza al confine e declinarla nei suoi mille aspetti. La Vieille Bourse con il suo mercatino di libri usati, i musei, i canali e il verde dei parchi, il cielo sovente lattiginoso. E la campagna fiera che la circonda, con tutta una serie di prodotti uno più buono dell'altro. Le birre, le cioccolaterie, lo zucchero in tutti i suoi stati, i formaggi e la tarte au maroille. Spettacolo.

Reims la medievale attorno al cuore della cattedrale, l'ottocentesca simile alla Parigi del piano Haussman nei suoi grandi viali e grandi parchi, con tram di colori squillanti, uno diverso dall'altro.
E la città fa vivere in tutti i modi questa cattedrale calcarea dall'angelo che sorride, proiettandovi luci e animazioni spettacolari e mettendo in mostra congegni medievali per interessare e divertire il turista di passaggio. I biscotti rosa di Reims che strozzano qualsiasi cristiano non munito di liquidi in cui tuffarli.

Epernay tra successioni di colline pettinate da vitigni ordinati. Le cantine di champagne, l'eleganza di edifici dell'inizio del secolo scorso, una buona brasserie con porzioni ampie e succulente.

Laon che corona la collina e domina la piana. E' stata pure capitale di Francia, nel nono secolo. Medioevale, dalla cattedrale luminosa e di austera eleganza, una delle gotiche più belle a mio parere, perché il troppo nuoce. I suoi sotterranei pieni di storia e il suo bar di paese che serviva diabolo menthe.

Grazie di tutto amici nostri, siamo stati benissimo.

samedi 13 août 2011

Furbacchione

E ora siamo nel Nord, al confine col Belgio, da degli Amici.
I bimbi giocano con i figli dei nostri ospiti, fanno quasi una comunità a se stante che si lagna quando facciamo qualcosa che implichi l'uscire da casa.
Il Piccolo sta alla grande. Durante queste vacanze ha mostrato una comprensione del francese (pur rifiutando di proferir parola in più di quel che a lui interessava dire. Ha pure fatto un salto quantico in italiano, le frasi sono più lunghe e articolate, inizia ad avventurarsi in modo quasi corretto su parole di cinque sillabe (meraviglia!).
Abbiamo iniziato a lavorarlo a corpo sulle risposte alle classiche domande da test di valutazione del linguaggio. Sia io che il babbo. Inizialmente era svogliatissimo, in una settimana ha rimesso a posto giorni della settimana e stiamo lavorando sui mesi dell'anno. E' il solito furbacchione, fino a che la cosa non gli interessa risponde un pò a caso, sempre meno per fortuna, poi si appassiona al gioco e vuol far vedere che é ancora più bravo, é lui che chiede di non smettere, di fare altro.
Furbacchione.

mercredi 10 août 2011

Paname


Avere un'Amica parigina (e fiera di esserlo) che ti scarrozza a destra e a manca per Paname in una bella giornata di sole é qualcosa di impagabile. Les grands boulevards, il traffico non impazzito, gli arrondissements che sfilano sotto i nostri occhi mentre la nostra Amica snocciola i nomi dei posti in cui passiamo "Tiens, la tour Monparnasse" "Voila l'entrée des catacombes."



E la gente che cammina sembra meno frenetica, si trova parcheggio, i grandi parchi sono pieni di famiglie che si godono il sole, innamorati sdraiati sull'erba, sportivi che si allenano all'ombra di una quercia.



Parigi d'estate, perché no?



Ci siamo poi imbucati in un buon ristorante coreano per provare nuovi viaggi del palato.
E' stato bello, questo é il lato di Parigi che amo di più, ti fa viaggiare in posti lontani in un solo pranzo, prendi un punto del mondo e qui trovi sicuramente il ristorante a quel punto dedicato.
E poi il sole al tramonto sui grandi viali, la brezza della sera.
Amo questa città, soprattutto perché non ci vivo.


Immagine: SabotageTimes



samedi 6 août 2011

Verde piovoso regione parigina

E la chiamano estate, ma siamo in un atmosfera controllata a venti gradi, molto verde e molto piovosa.
Nel bosco ci sono i funghi, le prugnette gialle sugli alberi fruttiferi, il cielo grigio e qualche raro squarcio azzurro.
"Mamma, cambiamo mondo" dicevano i bimbi nell'aereo, e il Piccolo dettagliava, "Prima eravamo a mondo 4 la spiaggia, poi andiamo a mondo 7 le nuvole, infine a mondo 1 tutto verde. "
Ora, non avevo mai guardato la realtà con il filtro di Super Mario Bros, però é indubbio, questi pulcini hanno ragione.
E passare dal caldo madido a quasi la temperatura di cantina dopo un giro sulle nuvole sembra più un videogame.
Per il resto si fa del nostro meglio in questa transizione da caotica e compunsiva attività a indolente panciolle.
Si districano i pensieri, e si diluiscono con un responsabile uso di Medoc e Montbasillac.
Si fanno passeggiate nel bosco vicino casa, fino all'area di gioco con i castelletti da arrampicata, i bimbi giocano e gli adulti stanno con il naso all'insù, cercando di valutare le nuvole e censire quelle foriere di pioggia.
Si inizia ad addensare l'agenda di incontri con amici alternate a serate tranquille in famiglia.

E con questo vi porgo un saluto che sa di foresta e di pioggia estiva.
Buona serata, miei cari.

samedi 9 juillet 2011

no-way-ovvero-la-parte-sociale-della-coppia

In questo periodo c'é un fiorire di eventi sociali legati agli sport dei figli, pizzate grigliate esibizioni e cose varie.
Il leitmotiv é lo stesso: "tu sei la parte sociale della coppia, ci vai tu?"
Insomma non esageriamo.

E' vero, siamo un pò la famiglia Orsi Associati, io traggo beneficio di una discreta dose di pazienza per assistere anche a sport in cui non mi ci ritrovo per niente, con l'espressione sorridente e stordita.
Ma in mancanza di facce note simpatiche con cui ho affinità in cui la mia mente trova giovamento e riposo, sono socievole come una porta di prigione.
Incapace di entusiasmarmi per tessuti sfavillanti e borse. O dell'ultima dieta del settimanale.
Priva di ogni riferimento televisivo attuale.
Tabula rasa di opinioni e conversazioni sportive.
Totalmente digiuna degli ultimi succulenti pettegolezzi della vita di paese, non so neanche chi sono le persone di cui parlano.
Negli ambienti misti mi trovo un pò meglio, si trova talvolta qualcuno che si entusiasma per libri o computer.

Conscia di avere una sfortuna sfacciata, perché nella pizzata della scuola di ballo sono capitata insieme a una ragazza simpatica e aperta e a suo marito, e mi han reso gradevole la serata. L'alternativa possibile era il gruppo delle mamme di starlette, che non mi degna granché perchè  non sono fashion e passo la vita a fare altro che revisionare il look familiare. Ma mi hanno completamente snobbato, che peccato! Grazie anima bella che ti sei seduta davanti.

Però ieri é successo qualcosa di speciale: mio marito, visto che io mi aggiravo in casa come una folle Cassandra foriera di sventure, ha fatto lui l'anima sociale della coppia nella soirée arti marziali, e sembra che si sia divertito.
E a lui va il mio più profondo e sentito ringraziamento.


Disegno di Moebius tratto da www.terrediconfine.net

Senza filtro

Quest'anno l'estate, il caldo, lo stress, il fatto di dover sbattermi da una parte all'altra mi stanno dando alla testa.
Che novità, come tutti gli anni.
No, non nel solito modo.

Il modo degli altri anni si caratterizzava con le lacrime facili, dannatamente facili.
Parlavo normalmente con gli altri e nel frattempo piangevo come una fontana, lacrime silenziose, goccioloni che rigavano le guance e non si arrestavano,
Quella maniera di fare mi é rimasta quest'anno solo quando si parla di una nuova valutazione terapica del Piccolo, i piccoli esami per accertare il livello di progresso, basta che li nominino e le lacrime sgorgano come torrenti.

Ma quest'anno, per i restanti campi, una nuova forma di esternazione dello stress si é fatta avanti.
Quello di dire le cose in modo diretto, senza filtro. Sono sempre stata per educazione molto accomodante, preferivo mordermi la lingua piuttosto di dire quello che penso senza moderarlo in alcun modo.
Ora invece le parole escono prima che possa frenarmi.
Poi c'é un immaginario tribunale alla Monty Python che si siede a giudicare il contenuto della affermazione: "l'imputata ha detto esattamente ciò che pensava!" "Noi non possiamo tollerare che ciò si riproduca. " "Thou shall not pass!" No, accidenti quello era un altro film. Fa niente.

Poco importa, la frittata é fatta.
Dovrò incominciare a prendere in conto questa nuova parte di me.


Disegno di Moebius tratto da www.bpib.com

lundi 4 juillet 2011

Il superesperto di mitologia

Il Grande, figlio primogenito di nove primavere, sta sviluppando un interesse mostruoso per le mitologie delle antiche civiltà. Enumera con nonchalance legami e parentele fra gli dei egizi, miti fondatori del pantheon nordico, semidei figli di Poseidone e soci.
Ultimamente sta divorando la serie di libri di Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo, e si intrattiene con me in complicatissime descrizioni di scene di battaglia.

Lo ammetto, durante questi racconti ogni tanto la mia mente vaga, complice la stanchezza della giornata, e, dopo essermi persa un buon terzo della narrazione fissandolo con sguardo allucinato e occhio a palla, cerco di riconnettere il cervello e di seguire. Vergogna, madre degenere!
Difatti, ho la sensazione di essere stata a mia volta una bimba prolissa nei racconti... Che diamine, devo seguire il mio karma e assumere il ruolo di sparring partner per figlio in fase espansiva!

la-notorieta-e-una-coperta-corta

Quando ho iniziato a scrivere il blog era per me un periodo cupo.
Mi sentivo incapace di esprimere il mio disagio, gli unici orari liberi per sfogarsi sulla spalla di qualche amica erano semplicemente improponibili, anche per una telefonata.
Così ho riscoperto una vecchia passione, la scrittura, rimasta sopita negli anni dell'università e dell'impegno professionale, e a lei ho affidato le mie emozioni, quella parte di me che cercava di uscire in superficie.

Ho avuto una fortuna sfacciata, perché insieme a quel lato di me che avevo sepolto per anni mi sono imbattuta, attraverso queste pagine, in tutto un gruppo di voci amiche che attraverso i commenti mi hanno dato forza e sostegno. E la cosa con molti di loro é reciproca, perché anche io ho l'opportunità di leggere i loro scritti e di conoscerle meglio. Penso addirittura che con alcuni di loro si sia pian piano consolidato un legame di amicizia, che mi riscalda il cuore e mi rende molto fiera.

All'inizio son partita da zero, sfogo libero e nessuna platea.
Poi ho raccontato dell'esistenza del blog a tre amiche. Una di loro credo si sia scordata all'istante. Per quanto riguarda le altre due amiche so che di quando in quando leggono queste pagine, e questo mi onora e mi emoziona.

Ma man mano che ci si lascia prendere dal filo del racconto si dimentica di omettere particolari, ci si svela sempre di più per quel che si é, per quel che si vive. E si é sempre di più reperibili e riconoscibili. Del resto, la notorietà é una coperta corta, tiri da una parte e ce ne é un'altra che viene scoperta.

Ora ho la ragionevole certezza che qualcuno molto vicino a me abbia scoperto l'esistenza di queste pagine e mi legga, son bastate due battute e una reale presa di coscienza di un fatto per fornire sufficienti prove.
Avrei due vie alternative: far perdere le tracce cambiando indirizzo al blog per mantenere il mio anonimato oppure continuare a condividere questo spicchio di vita, contando nello sguardo bonario di chi mi legge, che mi conosca o meno.
Ho scelto la seconda via e spero, con queste manciate di parole al vento, se é possibile, di farvi sorridere e di rendervi partecipi per lungo tempo ancora.


samedi 2 juillet 2011

la pace del mare lontano

Da piccola, quando mio padre partiva in barca con gli amici, io e mia madre, entrambe nel lettone, ascoltavamo alla radio prima di dormire il bollettino del mare, che scandiva per  ogni lembo di Mediterraneo, stato del mare, venti e quant'altro.
Alcune volte mi addormentavo chiaramente durante la trasmissione radiofonica, o quasi, la mia coscienza intorpidita vagava tra il Canale di Sardegna, il Mar Ionio, il Mar  Adriatico e il Mar Tirreno.
Così più che da appassionata del mare sono cresciuta come sua osservatrice. Vivere non lontano da un grande specchio d'acqua mi infonde tranquillità. Uno scorcio di mare tra palazzi, vicino a una superstrada, intravisto nella frenesia della vita quotidiana, mi strappa un sorriso.

Questa settimana sarà una vera centrifuga.
Tre esibizioni di tre sport distinti (due del Grande e uno del Piccolo) più eventi sociali connessi ai tre sport, un crescendo lavorativo, un appuntamento dal dentista del Piccolo, e si spera di essere alla fine della cura,  telecamera in borsetta, non dimenticare niente mi raccomando, vacci tu che non son tagliato per queste cose... non dimentichiamoci il lavoro, la logopedia, i passaporti da ritirare, il viaggio di agosto da prenotare...
Ok ok, fermiamo un attimo i carri e facciamo provvista di pace, domani sera, davanti al bagnasciuga.
Buon weekend, carissimi.


Da youtube: estratto del film Lezioni di Piano